Sanità. Lupo: ‘no’ a ridimensionamento Ospedale Partinico
“No al depotenziamento dell’ospedale di Partinico, così come previsto dal riordino della rete ospedaliera approvata dalla giunta regionale”. Lo dice Giuseppe Lupo, capogruppo del PD all’Ars che sulla vicenda ha presentato una interrogazione all’assessore alla Salute.
“Nella proposta di riordino della rete ospedaliera attualmente all’esame della commissione Sanità dell’Ars – si legge nell’interrogazione – si prevede che l’Unità operativa complessa di Pediatria del “Civico” di Partinico venga declassata a Unità operativa semplice con conseguente perdita di posti letto, minore assegnazione di personale, fine della guardia attiva 24 ore su 24. Stessa sorte toccherebbe a Ostetricia e ginecologia, mentre per la disciplina di neonatologia presso lo stesso presidio non è prevista nemmeno una UOS: ciò malgrado i parti nel 2017 siano aumentati oltrepassando i 500”.
Nell’interrogazione si ricorda che il Presidio Ospedaliero di Partinico ha una utenza che interessa tutta la zona occidentale della città di Palermo, buona parte dei comuni interni (Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello) e parte dei comuni della provincia di Trapani (Alcamo, Castellammare del Golfo);
che nel 2017 il reparto di Pediatria di Partinico ha erogato 341 prestazioni di ricovero, 410 ricoveri in OBI, 489 prestazioni di assistenza al parto e assistenza neonatale, nonché 3437 consulenze di pronto soccorso;
che su scala regionale, la proposta di riordino prevede, per la provincia di Palermo, solo 5 UOC di Pediatria, contro le 8 di Catania e le 6 di Messina, a fronte di un territorio più vasto e di una popolazione pediatrica di 185.000 bambini a Palermo, 166.000 a Catania e 80.000 a Messina.
“Alla luce di tutto questo – conclude Lupo – per non peggiorare la qualità del servizio sanitario prestato ai cittadini, chiediamo di modificare la proposta di riordino della rete ospedaliera per evitare l’ingiustificato ridimensionamento del ‘Civico’ di Partinico e per garantire gli attuali imprescindibili livelli di assistenza sanitaria”.