Covid. Lupo: la terapia intensiva è stata riorganizzata per affrontare la nuova ondata di contagi in Sicilia?

“Perché Musumeci non ha indicato un cronoprogramma?”, presentata interpellanza all’Ars
 
 
“A che punto è la riorganizzazione delle terapie intensive e sub intensive indicata dal Decreto Assessoriale dello scorso 19 giugno, che prevedeva l’incremento dei posti letto di terapia sub-intensiva e intensiva? Perché il presidente Musumeci ieri non ha chiarito il cronoprogramma per la riorganizzazione? All’interno degli ospedali siciliani sono stati predisposti i percorsi differenziati di accoglienza tra pazienti Covid, pazienti sospetti Covid e pazienti non Covid? Il numero di posti letti di degenza ordinaria per i pazienti Covid è adeguato al tasso di crescita del contagio, che porta con sé l’inevitabile incremento del tasso di ospedalizzazione?”. Lo chiede il capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo, che sulla vicenda ha presentato una interpellanza al Presidente della Regione e all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza.
 
Nell’interpellanza si ricorda che il Decreto Assessoriale prevede di incrementare il numero dei posti letto di terapia intensiva dai 529 previsti in precedenza fino ad una dotazione di 719, e di riorganizzare 350 posti letto ordinari di area medica in sub intensiva con possibilità di riconvertirne il 50% in postazioni per la ventilazione invasiva qualora necessario in base alla diffusione del virus. L’Assessorato alla Salute ha, pertanto, previsto la riorganizzazione in sub intensiva di 85 posti di Pneumologia, 35 posti di Malattie infettive, 230 posti di Medicina Generale, suddivisi per provincia e per ASP.
 
“Ma i criteri utilizzati nelle suddivisione dei nuovi posti letto tra le provincie e tra gli ospedali sono più che discutibili – aggiunge Lupo – non si comprende per quale ragione, ad esempio, 32 posti letto sono assegnati alla pneumologia a Palermo e soli 15 per la pneumologia a Catania, ed ancora 16 posti letto di semi-intensiva alle malattie infettive di Catania e solo 4 a Palermo. All’Azienda Ospedaliera per l’Emergenza Cannizzaro di Catania non c’è stato nessun incremento dei posti letto di terapia intensiva ma solo la trasformazione di 16 posti letto: 3 alla pneumologia, 4 alle malattie infettive, 9 alla Medicina Generale”.  
 

Lupo sottolinea inoltre come non sia semplice riconvertire posti letto ordinari in posti letto da terapia intensiva. “Il posto letto di una degenza ordinaria di Medicina Generale, infatti, è sprovvisto dei circuiti per l’aspirazione,  il sistema di distribuzione per l’ossigeno non è in grado di supportare l’erogazione del notevole quantitativo di ossigeno necessario per l’utilizzo dei caschi per la ventilazione assistita non invasiva, manca la predisposizione per le prese atte al collegamento di ventilatori, monitor, pompe da infusione, colonne per fibro-broncoscopi. A tali carenze strutturali si aggiunge l’aspetto legato alla competenza del personale medico, infermieristico ed ausiliario: nei reparti quali le malattie infettive e le medicine generali il personale sanitario, medico e infermieristico, non è formato per l’assistenza in terapia intensiva”. Nell’interpellanza Lupo segnala al Presidente della Regione e all’assessore alla Salute che “si rischia, in concreto, di attrezzare di tutto punto reparti quali le Medicina Generale e le Malattie Infettive di costose apparecchiature, quali ventilatori, fibro-broncoscopi, laringoscopi e strumenti per l’intubazione assai complessi che, tuttavia, non possono essere utilizzati dal personale sanitario dei suddetti reparti perché non possiede le competenze adeguate e non ha esperienza in campo intensivistico”.