Beni confiscati. Maggio: ripensare ruolo dell’Agenzia per restituirli davvero alla comunità
"Finalmente, dopo anni di battaglie, si è stamane conclusa la vicenda dei terreni confiscati di Verbumcaudo, a Polizzi Generosa, con la consegna ai giovani delle cooperative agricole antimafia dei cinque ettari di vigneto sperimentale intitolato al sindacalista Placido Rizzotto, ucciso 66 anni dalla mafia, ricordato oggi a Corleone. Un momento importante, ritengo, per riflettere sulla gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata”. La dice il deputato regionale del Pd Mariella Maggio.
“Perché, fermo restando – spiega il vicepresidente della Commissione Lavoro – l’alto significato dell’istituzione dell’Agenzia nazionale, in conformità all’impostazione della lotta alla mafia ideata da Pio La Torre, credo che occorra provvedere in sede legislativa all’approvazione di alcuni correttivi, quali ad esempio l’introduzione della possibilità di assegnare ai comuni anche le aziende, che attualmente devono essere alienate o poste in liquidazione, e l’accelerazione dei tempi di consegna del bene, attualmente lentissimi, come dimostra la stessa vicenda di
Verbumcaudo. Non esistono beni, infatti, che non possano essere messi a reddito”. “L’intervento normativo, deve prioritariamente essere a livello nazionale – prosegue la Maggio – e non può infatti limitarsi ad istituire, così come prevede il disegno di legge regionale nn. 516-196, una Agenzia regionale, che può sì avere, a condizione che si trovino le necessarie risorse finanziarie, un ruolo di supporto nel coordinamento dell’assegnazione dei beni confiscati. E non dimentichiamo che già esiste all’interno della stessa Regione un ufficio speciale che ha tra gli obiettivi quanto basta per portare avanti un’adeguata politica di sostegno dei beni tolti alla criminalità organizzata. Ritengo che solo l’intervento legislativo nazionale potrà dare maggiori e più celeri certezze anche ai lavoratori delle imprese confiscate, sia in ordine alla tempistica di erogazione degli ammortizzatori sociali che in ordine alla continuità produttiva della stessa azienda ”.
“Insomma, forse in questo momento storico è più economico ed utile colmare il gap di un ufficio dello Stato – conclude la parlamentare siciliana dei Democratici -, che ha già tutti gli strumenti necessari per intervenire efficacemente, che creare un altro ufficio, con un altro direttore e un’altra dotazione di personale, ma che non va alla sostanza del problema”.