Incendi in Sicilia. Cracolici: ”tolleranza zero per i colpevoli ma guai a sparare nel mucchio. Unificare competenze per forestali e antincendio”
“Tolleranza zero verso chi incendia la Sicilia, ma guai ad additare colpevoli senza prima averli individuati. Bisogna unificare le competenze di tutti i forestali, compresi gli addetti all'antincendio, con un’unica regia”. Lo dice dice Antonello Cracolici, assessore regionale all’Agricoltura in Sicilia, a proposito degli incendi che hanno colpito l’isola.
“Additare i responsabili tra i forestali, o in qualcuno di essi, può essere utile per gettare in pasto un colpevole ad una opinione pubblica scossa per quello che è avvenuto – aggiunge – ma non è un buon servizio alla verità: bisogna innanzitutto capire chi è perché ha voluto trasformare mezza Sicilia in un inferno”.
“Nessun processo sommario può essere accettabile – continua Cracolici – ci sono migliaia di persone che con passione fanno un lavoro utile alla collettività in territori straordinari, che tutelano e arricchiscono il nostro patrimonio boschivo e la ricchezza della biodiversità arborea siciliana, oltre che sviluppare la rete sentieristica e naturalistica. Affermare che il fuoco viene dato per creare nuove giornate di lavoro è un'assoluta corbelleria: infatti la legge vieta, nelle arie di demanio pubblico e privato investite dal fuoco, la possibilità di riforestare per un periodo di 10 anni, oltre a vietare qualunque variante urbanistica. Quindi, il fuoco non può avere come obiettivo quello di creare nuovo lavoro”.
“Gli incendi provocano dissesto idrogeologico oltre che danni ambientali. Per amore della verità e per evitare scorciatoie semplicistiche, va ricordato che i forestali che operano nel Dipartimento sviluppo rurale e agiscono per le attività di prevenzione e di forestazione, nonché per i lavori di manutenzione solo nelle aree di demanio forestale, che sono circa 200.000 ettari, e nelle 32 riserve gestite. Mentre il servizio antincendio, a supporto del Corpo Forestale della Regione, viene garantito attraverso squadre di lavoratori stagionali che iniziano il 15 giugno e finiscono il 15 ottobre e che operano su tutte le aree boschive e collinari della Sicilia”.
“La vera lezione di questa giornata infernale per la Sicilia – conclude Cracolici – è una: occorre unificare le competenze del lavoro forestale con quello del Corpo forestale. Anche per organizzare al meglio il lavoro e rendere chiari i diversi compiti, cosa che a volte risulta difficile persino agli stessi addetti ai lavori”.