Non mi voglio rendere complice di omicidi in diretta
(di Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità all'Ars)
Se non si approva la rete dei posti letto, dei servizi territoriali e dell'emergenza-urgenza, non si possono sbloccare i concorsi, non si possono mettere in sicurezza i reparti, non si possono riqualificare gli ospedali minori, non si può dare una risposta all'immenso precariato su cui poggia la sanità siciliana.
Decine di migliaia di operatori precari, ogni giorno, mettono le mani sui pazienti senza la certezza, fra qualche settimana, di essere confermati: non sono certamente nelle condizioni psicologiche ideali per il compito delicato che sono chiamati a svolgere.
Giovani ed eccellenti professionisti che emigrano al Nord dopo anni d'incertezza sul loro futuro. Grandi ospedali siciliani massacrati nelle finanze e nella qualità dei servizi da un management tanto squalificato quanto borioso, arrogante e forte solo per protezioni che nulla hanno a che vedere con qualità professionali intrinseche. Litanie sull'utilizzo delle partecipate per progetti di modernizzazione dei sistemi informatici mentre si continuano a fare gare con soldi delle Asp per milioni di euro. Centri privati strapagati mentre servizi pubblici di grande valenza spasimano per ottenere mezzo infermiere in più. Passacarte che si auto-liquidano premi di produzione da capogiro riservando ai medici, quelli che la produzione la realizzano, le briciole. Non è questa la sanità per la quale un manipolo di coraggiosi rischia ogni giorno.
Sul progetto di rete ospedaliera abbiamo lavorato gomito a gomito con l'assessore per sette mesi, percorrendo in lungo e in largo la Sicilia, macinando decine di migliaia di chilometri, coinvolgendo centinaia di sindaci, migliaia di dirigenti e operatori sanitari, società scientifiche, rettori, sindacati, ministeri, stampa, intere popolazioni a volte quasi in tumulto e con le quali abbiamo preso impegni precisi. E ora che tutto è pronto, la rete giace in Giunta da oltre un mese senza che venga deliberata e mandata in Commissione all’Ars per il parere obbligatorio. Intanto si continua a blaterare sui massimi sistemi e se gli operatori soffrono e la gente soffre (e a volte muore anche per disorganizzazione) non gliene frega niente a nessuno. Da due mesi non si discute d'altro se non degli sfondoni della formazione, mentre, ad esempio, la città di Catania con la sua organizzazione sanitaria risulta abbandonata a se stessa, ormai centro del più grave traccheggio politico che si ricordi sulla pelle e la salute dei cittadini. Non ci sto e non mi voglio rendere complice di ‘omicidi in diretta’ e non posso tollerare che alcune persone impegnate e coraggiose, compresa l'assessore, rischino ogni giorno mentre alcuni stanno alla finestra consumando sulla sanità i loro giochi di potere. Quindi, se il 16 settembre, data in cui ho deciso di convocare la commissione, non sarà stata inoltrata la delibera di governo sulla rimodulazione della rete ospedaliera siciliana, da sottoporre agli attenti, competenti e autorevoli membri della Commissione, organizzeremo una grande manifestazione di massa con il coinvolgimento di sindaci, operatori sanitari, società scientifiche contro l'immobilismo della Giunta regionale e questo liquame fangoso nel quale qualcuno vorrebbe trasformare la sanità siciliana.