Sicilia. Ferrandelli: l’addio di Cutrò rischia di essere uno ”spot” per la mafia
"Se Ignazio Cutrò dirà addio all'Italia il messaggio che passerà sarà devastante: si affermerà l'idea che lo Stato non è in grado di difendere l'economia legale e, ancor più grave, gli imprenditori che resistono alla sopraffazione mafiosa. In Sicilia non possiamo permettercelo, non possiamo tarpare le ali alla resistenza antimafia, non può passare il messaggio che denunciare non conviene". Lo dice il deputato regionale del Pd e vicepresidente della Commissione Antimafia regionale, Fabrizio Ferrandelli a proposito della decisione di Ignazio Cutrò, imprenditore antiracket di Bivona, di lasciare l'Italia perché abbandonato dalle Istituzioni.
"Mi rivolgo – aggiunge Ferrandelli – al viceministro Bubbico, da siciliano innanzitutto, chiedendogli di impegnarsi affinché il caso Cutrò non si trasformi, innanzitutto dalle mie parti, in una campagna di delegittimazione per chi denuncia e contemporaneamente in uno spot che rafforza la mafia. A Ignazio Cutrò, infine, gli chiedo di resistere per non vanificare il suo impegno per la giustizia e la legalità".